“Millesimi di secondo”, prima e dopo il caos
Graziano Martignoni
«L'arte è un tentativo di arrivare al centro della verità. Esso è irraggiungibile ma ci si può considerevolmente avvicinare»
Anselm Kiefer,
Il gesto creativo di François Bonjour, la biblioteca di segni e di immagini, che offre al nostro sguardo, è testimonianza dell`Origine, del suo allontanamento e del suo ritrovamento. E` interrogazione sull`Origine. Origine come sorgente delle cose, che si raggiungono solo rinunciando all`inutile, che le avvolge. Solo così ci si avvicina alla scaturigine del mondo, che nasce nel caos e nello stesso tempo cerca di sopravvivere al caos cercando l`ordine . Sempre e di nuovo l`apollineo in dialogo e in conflitto con il dionisiaco. E` questo il gesto invisibile che l`artista mette in scena nel ripetersi delle sue opere , nel ricupero delle cose piccole, dei resti d`esistenza e di scritture disperse e ricomposte. "L`art , infatti scrive P. Klee nelle sue "Confessioni di un creatore", ne rend pas le visible , il rend visible ". Ma che cosa allora rende visibile l`opera di Bonjour? Non il pieno, né il vuoto del mondo e della vita, ma il loro Ritmo. Nello iato tra un mondo che nasce nel disordine e cerca l` ordine vi é infatti un ritmo luminoso, ma anche tenebroso. Un Ritmo da ritrovare per cominciare o per continuare ad esistere, come se tutto fosse costantemente in bilico. Ritrovare le cose, ricomporre le trame narrative, trovare contenitori per gli scarti e i resti del mondo, che si fa, minuto dopo minuto, sin dal suo Inizio. Togliere l`inutile per ritrovare le cose che abitano quella sorgente a cui andare e abbeverarsi. “Se ressourcer” , andare alla sorgente per ritrovare l`Origine un minuto dopo il caos. Contro le “aritmie” del mondo, a cui l`artista si espone, vi è il tentativo di ritrovare, proprio nella serialità vigilata e nella ricomposizione di oggetti scomposti e fuggevoli, sempre sull`orlo di una loro nuova dispersione, una narrazione possibile. Le sue tele accolgono lo sguardo come fossero approdi di verità e di apparente tranquillità, in cui la parola, che diviene segno, la cenere, che diviene terra, la polvere, che diviene biblioteca ritrovata, annuncia il soffio di una possibile vita, dopo il caos, prima del caos. "Là dove la parola manca si é insinuata una frattura , una demolizione", scrive Heidegger. E` allora proprio contro questa imminente demolizione della vita attraverso una ricomposizione delle cose e di un ritrovamento delle loro forme originarie, che il gesto creativo Bonjour tenta l`azzardo. Un azzardo contro il Vuoto che accompagna il sorgere delle cose, che non è un momento “del prima” né un momento “del dopo “, come scrive Taglialatela parlando di Maldiney, ma del qui e adesso. E` nel Ritmo che vi è cura del mondo. Le opere di Bonjour mimano e sono abitate da questo ritmo, che è ritmo del mondo e ritmo della vita. Nel suo percorso pittorico si annuncia così la costruzione di una sorta di mappa di un visibile troppo visibile, che racchiude però in sé il mistero di un codice segreto, che acconsente alla vita. Contro ogni consolatoria e ideologica redenzione del mondo Bonjour ci invita ad appoggiarci " sull`intelligenza segreta delle cose ". Tornare al segreto delle cose, al loro accadere, ritrovare il loro ritmo, senza smarrire la domanda sul senso di tutto ciò, vuole dire costruire davanti a noi una sorta di cartografia delle viscere del mondo , delle sue bellezze, ma anche dei suoi scarti e delle sue rovine. "Se apri gli occhi, scrive Thomas Bernhard nel suo "Perturbamento", vedrai che mancano solo pochi millesimi di secondo perché tutta la storia finisca nella tenebra più assoluta ". E` proprio in questi "millesimi di secondo ", prima della fine e dopo l`inizio, che Bonjour prova con la sua opera pittorica a resistere e a sconfiggere la tenebra, per ridare “casa” alla nostra anima dispersa (…).
GM/Comano , 24 marzo 2018
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