Sono nuvole che il vento avvolge e sconvolge in un
turbine di tocchi di nero carbone, squarciate da morbidi
spazi di luce.
Sono erbe e fiori, ancora non hanno nome perché
appartengono ad un erbario della biblioteca dell’anima.
A volte si interpongono come filtri di un paesaggio
tutt’ora inesistente, oppure emergono da un mondo
liquido, da fiaba, dipinti all’acquerello con una maestria
che pochi conoscono.
In altri lavori il tutto si dirada, il segno si fa morbido come
polvere leggera, le linee si muovono in gesti ampi in una
danza dove l’invito a partecipare diventa esplicito e allora
abbiamo un desiderio sensuale di essere avvolti.
Ma non è solo questo.
Nel tempo trascorso per arricchirsi di una ottima
formazione in continuo divenire Natasha ha e ha
avuto molte altre esperienze artistiche, danza, teatro,
insegnamento, ed altre che la rendono donna con pregi
e valori unici per se stessa ma che inevitabilmente son
utili anche alla comunità.
Allora la percezione, la riflessione, l’azione di questo bel
percorso che ora Natasha ci
propone fanno appello ai nostri sensi, per ricordarci che di questo mondo, sempre più
ne abbiamo un gran bisogno.
Giuliano Togni
gennaio 2017
N A T A S H A M E L I S
Sono stata a lungo percorsa dal dubbio su quale linguaggio o quale concetto adottare per essere coerente con il sistema dell'arte. Nella complessità della comunicazione artistica ho scelto infine quella di una sensibilità e di un pensiero sradicato dal concetto, dove l'arte fosse essenzialmente un gesto d'amore necessario. Ciò non significa agire come un automa isolandosi dal mondo: prediligo l'intangibile alla pesantezza della materia, libera di agire secondo un bisogno primitivo, meno razionale ma comunque consapevole che anche un gesto delicato sia permeato di significato. In una realtà satura di messaggi, non cerco una fuga ma piuttosto un'alternativa linguistica, un rapporto intimo che leghi la mia opera all'osservatore.
Opere su carta
Le possibilità di comunicazione sono molteplici. Il lavoro di un artista è la somma stratificata di memorie antiche e recenti.
Tecnicamente nelle opere su carta, alterno il disegno con semplice grafite, per me base di ogni processo, al carbone, al pigmento, alla china e all'acqua.
Un gesto ne chiama altri. Sono echi, rimandi, luminescenze di riflessi interiori di ciò che l'occhio ha osservato, catalizzato, assorbito, trasformato. I miei oggetti prediligono invece la trasparenza del vetro o la dolcezza del miele, l'opacità della creta o la lucentezza dello smalto.
La capacità di cogliere lo splendore nei dettagli più semplici e comuni si traduce nel tentativo di metterli in risalto. Interpreto il soggetto reale seguendo il filo delle emozioni. Sono le cose piccole e umili ad ispirarmi, per la loro capacità di sprigionare forza e bellezza.
N.M - 2017