Hanno scritto su di lui:
Dalmazio Ambrosioni, catalogo “Mostra omaggio”- Casa dei landfogti - Rivera 2002
Un uomo in fuga da se stesso
Chissà se avrà mai una soluzione il “caso Hanz Binz”. Questo caso è durato quasi quarant’anni, dalla prima, folgorante apparizione sulla scena artistica e culturale svizzero-italiana nel 1964 fino alla morte, nel maggio del 2001. Ha interessato, attratto, fatto discutere, coinvolto come pochi altri. Fino a che, gradualmente ma in modo inesorabile, l’attenzione verso l’uomo e l’artsta nel tempo è andata scemando, ha perso di intensità lungo un progressivo declino che ha portato ad un sostanziale oblio.
Jean Henri Gamet
…”Autentico nordico (nato a Solothurn il 30 aprile 1949), Hans Binz, pur essendo anticonformista fino al discorso drammatico, non ricorre mai ai colori violenti; anzi luci e riflessi suoi sono impregnati di dolcezza. Sembra che Binz abbia mascherato il suo personaggio dipingendo i suoi capelli con l’oro, i suoi occhi con l’azzurro; mito e realtà, due momenti del viso di Hans …Eraldo delle pareti selvagge del medio evo elvetico, oppure moderno apostolo degli emarginati del terzo mondo. Sempre alla ricerca d’una stella danzante, il pensiero di Binz esplode nei visi tragici dell’essere umano.”…
Biagio Pantaleo
…”…artista sensibilissimo, Hans Binz che ha 27 anni, è in continua fluttuazione di idee alla ricerca di un assestamento artistico atto alle sue eccezionali qualità pittoriche,”…
Sergio Angeletti
…” Forse è così che guardano e vedono il mondo le farfalle, coi loro mille occhi sfaccettati: un mondo, come quello nei quadri di Hans Binz, dove non c’è colore che non sia anche luce e dove non c’è luce che non sia colore.”…
ciò che Hans Binz vede e ritrae non è, insiste, genericamente “l’aura” di quell’essere che gli capita sotto il pennello, ma più esattamente proprio quella che appare circondarlo in quel preciso istante, legata dunque ad un fine, quanto inequivocabile, gioco di corrispondenze con tutti gli altri eventi contenuti in quel preciso istante, con una vitalità e dinamicità che si spingono allora fino a livelli cosmici, per confluire in immagini che, pur qua e là sentite con un “non finito” comunque piuttosto impressionistico che bozzettistico, tendono invece a voler essere figlie di tutto l’universo contemporaneamente.” …
Giuseppe Biscossa
…” In una non dimenticata “vernice” all’aperto, nel maggio 1975, sui prati attorno alla vecchia fattoria di Bioggio dov’era andato ad abitare, gli chiesi il significato di quella “costante”, quasi sua sigla nella composizione. Mi rispose:- Vuol dire: “Qualcosa avviene”. La realtà è colta e racchiusa entro una bolla di sapone: l’istante. Attimo di un perenne moto per cui tutto vive e muore e rinasce nell’Universo.” …
Aldo Patocchi
…” L’impaginazione sempre felice degli innumerevoli motivi che la vita gli offre ad ogni piè sospinto, sorretta da una tavolozza che sfugge la violenza, vietano alle sue composizioni di sconfinare –e sarebbe facile e sarebbe peccato- nell’illustrativo. I motivi che l’artista fissa sono costretti abilmente in funzione di quadri: si fanno immagini di vita, diventano ritratti del quotidiano (alltägliches!) al quale Binz, come del resto noi tutti, siamo costretti.” …
Aldo Moresi
…”la Pittura di Hans Binz testimonia una fantasia sorprendente, frutto della libertà che egli ha raggiunto nel dominio della propria arte pur nella sempre rigorosa concisione. Il disegno armonioso come la tramatura di un adagio musicale, si accompagna ad un’orchestrata modulazione del colore che raggiunge, spesse volte, una notevole intensità espressiva.” …
Pier Riccardo Frigeri
…”Una delle qualità che più colpiscono nelle opere del Binz è la sua leggibilità trasparente e umana.” …
Augusto Orsi
….” La pittura è per lui non una professione, ma la vocazione di un’intera vita essa è gelosa e possessiva e non ammette compromessi con altre attività.”….